“Ogni mano custodisce un segreto… e il Bambino Gesù lo conosce.”
Nella mia lettura della mano, la mano destra è la mano ancestrale.
In essa vedo ciò che è scritto nel grembo materno: il destino che ci precede, la trama segreta che ci avvolge prima ancora di respirare. È il libro che porta impressa la nostra origine, la memoria del primo sguardo, quello che abbiamo ricevuto alla nascita e che – come insegna Massimo Fagioli – è l’imprinting emotivo primordiale. È lo stesso sguardo che il Bambino Gesù, appena nato, ha rivolto a Maria. In quell’attimo infinito, la madre ha riconosciuto Dio come Figlio, e il Figlio ha riconosciuto la madre come casa.
Nella mano sinistra leggo ciò che facciamo della nostra vita.
È la mano dell’agire, delle scelte, della costruzione quotidiana. Qui vedo come ognuno plasma il proprio cammino, trasformando o tradendo quel disegno originario inscritto nella destra. Così, ogni mano racconta un dialogo tra eredità e libertà: la destra conserva la parola che ci ha generati, la sinistra rivela la risposta che le abbiamo dato.
Quando tengo una mano tra le mie, è come entrare in un santuario vivente: nella destra ascolto il mistero dell’inizio, nella sinistra osservo il cantiere aperto dell’esistenza. Il passaggio da una mano all’altra è un pellegrinaggio interiore, come dalla grotta di Betlemme alla via di Gerusalemme.
E qui si innesta la mia devozione al Bambino Gesù.
Per me, il Bambino non è solo un simbolo di dolcezza, ma la rivelazione più radicale di Dio: la fragilità che custodisce l’onnipotenza, l’umiltà che rovescia ogni trono. Come carmelitano secolare OCDS, ho sempre portato nel cuore il legame che l’Ordine ha con Gesù Bambino – da Santa Teresa d’Avila, che portava con sé la sua statua in ogni fondazione, fino al Gesù Bambino di Praga, segno di benedizione e protezione per chi lo invoca.
Oggi non faccio più parte giuridicamente dell’Ordine, ma continuo a vivere interiormente lo spirito del Carmelo e la mia devozione al Bambino Gesù, integrandola nella mia missione di lettura della mano e di accompagnamento spirituale delle persone.
Quando guardo il volto del Bambino, rivedo la stessa innocenza e la stessa forza che riconosco nelle mani: l’origine pura nella destra, il compimento nella sinistra. È come se ogni lettura fosse un atto di venerazione, un inginocchiarsi davanti al mistero dell’Incarnazione che continua a scrivere la nostra storia, linea dopo linea, palma dopo palma.

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