domenica 21 dicembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Stefano Cenci

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Stefano Cenci: Stefano Cenci

Stefano Cenci

sabato 20 dicembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Beatriz Prior Fernández Incontro con il teatro spa...

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Beatriz Prior Fernández Incontro con il teatro spa...: Beatriz Prior Fernández Incontro con il teatro spagnolo Instituto Cervantes Roma

Beatriz Prior Fernández Incontro con il teatro spagnolo Instituto Cervantes Roma

Beatriz Prior Fernández Incontro con il teatro spagnolo Instituto Cervantes Roma

venerdì 19 dicembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : RCA Storia della RCA Italiana

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : RCA Storia della RCA Italiana

RCA Storia della RCA Italiana


mercoledì 17 dicembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Louise Cappi Jazz Vocalists "Talk to Me

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Louise Cappi Jazz Vocalists "Talk to Me

Louise Cappi Jazz Vocalists "Talk to Me

Louise Cappi Jazz Vocalists "Talk to Me


giovedì 11 dicembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Meditazione Cristiana

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Meditazione Cristiana

La parola di Dio è capace di aiutare ogni persona ad interpretare ogni aspetto della sua vita. Ogni cosa e ogni avvenimento può e deve essere interpretato alla luce della rivelazione di Cristo. Amicizia, amore, lavoro e salute cambiano significato se sono interpretati alla luce del suo amore.

Meditazione Cristiana


giovedì 13 novembre 2014

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Centro Meditazione cristiana

AskMe! PreguntaMe! ChiediMi! : Centro Meditazione cristiana: La parola di Dio è capace di aiutare ogni persona ad interpretare ogni aspetto della sua vita. Ogni cosa e ogni avvenimento può e de...







La parola di Dio è capace di aiutare ogni persona ad interpretare ogni
aspetto della sua vita. Ogni cosa e ogni avvenimento può e deve essere
interpretato alla luce della rivelazione di Cristo. Amicizia, amore, lavoro e
salute cambiano significato se sono interpretati alla luce del suo amore.
Centro Meditazione cristiana
Per informazioni contattare: Enrico Pallocca OCDS
http://enricopalloccameditazione.blogspot.it/

Centro Meditazione cristiana



La parola di Dio è capace di aiutare ogni persona ad interpretare ogni aspetto della sua vita. Ogni cosa e ogni avvenimento può e deve essere interpretato alla luce della rivelazione di Cristo. Amicizia, amore, lavoro e salute cambiano significato se sono interpretati alla luce del suo amore.
Centro Meditazione cristiana
Per informazioni contattare: Enrico Pallocca OCDS

giovedì 16 ottobre 2014

Counseling di chirologia : V° centenario della nascita di Santa Teresa di Ges...

Counseling di chirologia : V° centenario della nascita di Santa Teresa di Ges...: Messaggio del Papa a 500 anni dalla nascita di S. Teresa d’Avila Teresa d’Avila ci insegna che il cammino verso Dio è anche cammino ...

Centro Meditazione cristiana S. Maria della Vittoria Via XX Settembre,17 Roma

La parola di Dio è capace di aiutare ogni persona ad interpretare ogni aspetto della sua vita. Ogni cosa e ogni avvenimento può e deve essere interpretato alla luce della rivelazione di Cristo. Amicizia, amore, lavoro e salute cambiano significato se sono interpretati alla luce del suo amore.

Centro Meditazione cristiana

S. Maria della Vittoria

Via XX Settembre,17 Roma

Per informazioni contattare Enrico Pallocca

Cell 3337422760

V° centenario della nascita di Santa Teresa di Gesù (d'Avila).


Messaggio del Papa a 500 anni dalla nascita di S. Teresa d’Avila
Teresa d’Avila ci insegna che il cammino verso Dio è anche cammino verso gli uomini: così Papa Francesco nel messaggio al vescovo di Avila, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica di Santa Teresa di Gesù. Il Papa scrive all’inizio dell’Anno Giubilare per il quinto centenario della nascita della Santa, carmelitana scalza e Dottore della Chiesa (28 marzo 1515 – 15 ottobre 1582). Francesco chiede di "percorrere le strade del nostro tempo, con il Vangelo in mano e lo Spirito nel cuore". Il servizio di Fausta Speranza:

"Il Vangelo non è una borsa di piombo che si trascina pesantemente ma una fonte di gioia che riempie di Dio il cuore e lo spinge a servire gli uomini": sono parole del messaggio con cui Francesco ricorda Teresa d’Avila come un esempio di santa che - dice - "corre fuori a percorrere le vie del proprio tempo, con il Vangelo in mano e lo Spirito nel cuore". Papa Francesco ricorda 4 punti fermi della spiritualità della Santa vissuta nel ‘500: gioia, preghiera, fraternità, adesione al proprio tempo. Sottolinea il valore della gioia della scoperta dell’amore di Dio, la conseguente spinta ad amarsi gli uni gli altri, sottolineando quanto tutto ciò si nutra della preghiera. "La preghiera supera il pessimismo e genera buone iniziative". E poi Papa Francesco si sofferma sull’importanza dell’essere nel proprio tempo. Di Teresa d’Avila, Francesco dice: "La sua esperienza mistica non l’ha separata dal mondo né dalle preoccupazioni della gente, al contrario, le ha dato nuovo impulso e coraggio per l’azione". E sottolinea: Teresa di Gesù "ha vissuto le difficoltà del suo tempo". Francesco parla di "realismo teresiano" e raccomanda: "Quando il mondo arde, non si può perdere tempo in attività di poca importanza". Dunque il Papa ricorda l’incoraggiamento della Santa raccolto in alcuni scritti: "Già è tempo di camminare". Parla di consigli della Santa che sono di "perenne attualità" e che – aggiunge – valgono per i singoli nel proprio percorso verso Dio e gli uomini e valgono per le comunità di vita consacrata. E Papa Francesco chiede: "In una cultura del provvisorio, si viva la fedeltà del ‘per sempre’; in un mondo senza speranza, si mostri la fecondità di un cuore innamorato, in una società con tanti idoli, siamo testimoni del fatto che solo Dio basta".

Teresa d’Avila ci insegna che il cammino verso Dio è anche cammino verso gli uomini: così Papa Francesco nel messaggio al vescovo di Avila, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica di Santa Teresa di Gesù. Il Papa scrive all’inizio dell’Anno Giubilare per il quinto centenario della nascita della Santa, carmelitana scalza e Dottore della Chiesa (28 marzo 1515 – 15 ottobre 1582). Francesco chiede di "percorrere le strade del nostro tempo, con il Vangelo in mano e lo Spirito nel cuore". Il servizio di Fausta Speranza:

"Il Vangelo non è una borsa di piombo che si trascina pesantemente ma una fonte di gioia che riempie di Dio il cuore e lo spinge a servire gli uomini": sono parole del messaggio con cui Francesco ricorda Teresa d’Avila come un esempio di santa che - dice - "corre fuori a percorrere le vie del proprio tempo, con il Vangelo in mano e lo Spirito nel cuore". Papa Francesco ricorda 4 punti fermi della spiritualità della Santa vissuta nel ‘500: gioia, preghiera, fraternità, adesione al proprio tempo. Sottolinea il valore della gioia della scoperta dell’amore di Dio, la conseguente spinta ad amarsi gli uni gli altri, sottolineando quanto tutto ciò si nutra della preghiera. "La preghiera supera il pessimismo e genera buone iniziative". E poi Papa Francesco si sofferma sull’importanza dell’essere nel proprio tempo. Di Teresa d’Avila, Francesco dice: "La sua esperienza mistica non l’ha separata dal mondo né dalle preoccupazioni della gente, al contrario, le ha dato nuovo impulso e coraggio per l’azione". E sottolinea: Teresa di Gesù "ha vissuto le difficoltà del suo tempo". Francesco parla di "realismo teresiano" e raccomanda: "Quando il mondo arde, non si può perdere tempo in attività di poca importanza". Dunque il Papa ricorda l’incoraggiamento della Santa raccolto in alcuni scritti: "Già è tempo di camminare". Parla di consigli della Santa che sono di "perenne attualità" e che – aggiunge – valgono per i singoli nel proprio percorso verso Dio e gli uomini e valgono per le comunità di vita consacrata. E Papa Francesco chiede: "In una cultura del provvisorio, si viva la fedeltà del ‘per sempre’; in un mondo senza speranza, si mostri la fecondità di un cuore innamorato, in una società con tanti idoli, siamo testimoni del fatto che solo Dio basta".


martedì 29 luglio 2014

Counseling di chirologia

 
Chi è il counselor: iscritto albo professionale Discipline BioNaturali Olistiche per la Salute SINAPE Licenza in Scienze Sociali presso la Pontifica UniversitàSan Tommaso d'Aquino Roma Enrico Pallocca Coaching Cognitivo Terapia delCampo Mentale TFT Tel: 3337422760 Bed&Breakfast Villa Mina Castel Rigone Passignano sul Trasimeno Via dell'Ospedale 1  enricopallocca@gmail.com

lunedì 28 luglio 2014

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: Chirologia per capire la personalita'

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: Chirologia per capire la personalita': Counseling di chirologia da pagina 2 a 6 da pagina 7 a 30 da pagina 31 a 45 da pagina 46 a 60 da pagina 61 a 76 da pagina ...

Counseling di chirologia Il termine: Counseling è una parola inglese che richiama alla mente qualcosa che ha che fare con la consulenza, il consultare, il consigliare. Definizione: Il counseling è una relazione d'aiuto, è un processo in cui il consulente (counselor) ha lo scopo di massimizzare il benessere dell'individuo attraverso il potenziamento delle sue risorse. Consulente e cliente: Nel counseling i due attori si chiamano consulente e cliente e non terapeuta e paziente o esperto e allievo, proprio per sottolineare la qualità della relazione di counseling nella quale è il cliente che sceglie e decide di farsi aiutare, ma non abdicherà mai né alla sua libertà, né alla sua responsabilità nella soluzione dei suoi problemi. Alla base del counseling: C'è l'idea che se una persona si trova in difficoltà, il modo migliore di venirle in aiuto non è di dirle cosa fare o trovare delle soluzioni, ma aiutarla a comprendere il suo vissuto, la sua situazione, assumendosi pienamente su di sé la responsabilità delle scelte da fare. La relazione d'aiuto ha come finalità principale quella di restituire alla persona in difficoltà autonomia e autostima, che in parole povere non sono altro che l'abilità di cavarsela autonomamente di fronte alle difficoltà e imprevisti della vita, e alle inevitabili crisi connesse al passaggio da una fase all'altra del ciclo vitale. L'intervento d'aiuto cerca di portare il soggetto alle soglie dell'azione, è aiutato ad autocomprendersi, ad esplorare il suo vissuto, le sue emozioni, i suoi comportamenti, a vedere chiaramente il ventaglio delle scelte che gli si prospettano, delle competenze che la situazione richiede e dei cambiamenti possibili, la responsabilità dell'azione è in ogni caso sua. Quali sono le cose che possono sconvolgere l'ordine che abbiamo sempre dato alla nostra vita?: Le più varie, eventi tragici come la perdita di un lavoro, o la necessità di riciclarci, una separazione, un lutto, una malattia, oppure piccoli avvenimenti all'apparenza di poco conto, che in realtà sono la fatidica goccia che fa traboccare il vaso e lo stress accumulato e non più contenuto ci sommerge. Critici e scatenanti possono essere anche gli inevitabili passaggi legati all'età, come la scelta degli studi, la genitorialità, il pensionamento, la maternità e così via, eventi molto intensi e coinvolgenti che possono essere fonte di gran gioia o al contrario di gran turbamento e disorientamento a secondo del momento e delle condizioni in cui siamo quando ci capitano. In conclusione il cliente del counseling siamo tutti noi, quando non ce la facciamo da soli ed abbiamo bisogno d'aiuto. Chirologia: Il termine nasce dall'unione di due parole d'origine greca "kheir" (mano) e "logos" (qui nel senso di discorso, meglio trattazione). Il "Grande dizionario della Lingua Italiana" del Battaglia (Utet-Torino) ne dà questa definizione: "Scienza che tenta di dedurre i dati fisico-psicologici di una persona dallo studio della mano". Non predico il futuro "Ma" oriento la persona, seguendo la via che mi fornisce l'interpretazione di tutte le forze create da ciascuno dei segni e degli elementi che si possono leggere dall'analisi di una mano. Le forze che parlano al chirologo attraverso la mano non sono altro che l'essenza della nostra personalità, delle nostre azioni. Non predico il futuro: "Perché" fare previsioni è rischioso e crea delle trappole esistenziali e psicologiche in individui già intrappolati nella loro storia personale, da cui non sanno uscire. Se una predizione "positiva" può essere gratificante, non è detto che non sia illusoria, così come una predizione "negativa" può diventare un'immagine in cui l'individuo tende ad identificarsi, facendola avverare. Il counseling di chirologia: "Non si" occupa di previsioni d'eventi che sono solo tendenze ad accadere, ma di analizzare la struttura del carattere delle persone, il loro temperamento, le loro potenzialità, i loro talenti e il loro Talento individuale, in pratica la loro vera natura seppellita sotto infinite zavorre. Analizza anche i punti deboli sia a livello psicologico che fisico, l'orientamento vocazionale, la direzione e le modalità espressive dei sentimenti, delle emozioni e della sessualità. Chi è il counselor: iscritto albo professionale Discipline BioNaturali Olistiche per la Salute SINAPE Licenza in Scienze Sociali presso la Pontifica Università San Tommaso d'Aquino Roma Enrico Pallocca Coaching Cognitivo Terapia delCampo Mentale TFT Tel: 3337422760 Bed&Breakfast Mina Castel Rigone Passignano sul Trasimeno Via dell'Ospedale 1 enricopallocca@gmail.com


Chirologia per capire la personalita'

domenica 27 luglio 2014

Ariccia Santa Apollonia


sabato 19 luglio 2014

Castel Rigone FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Agosto 2014.




FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Agosto 2014.




Counseling espiritual Coaching Cognitivo: FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Ago...

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Ago...

FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Agosto 2014.




http://www.villamina.it/applicazione/index.php




Villa Mina Via dell'ospedale 1/3




06063 Passignano sul Trasimeno (Perugia)




Località Lago Trasimeno Castel Rigone




tel. 0757824761 fax 0757824761 cell. 3395018638




http://www.villamina.it/applicazione/index.phporganizzare su richiesta delle




Enrico Pallocca Coaching Cognitivo Terapia del Campo Mentale TFT enricopallocca@gmail.com Tel: 3337422760 Bed&Breakfast Mina Castel Rigone Passignano sul Trasimeno Via dell'Ospedale 1




http://enricopalloccameditazione.blogspot.com/

FESTA DEI BARBARI XXX° ANNO dal 31 luglio al 3 Agosto 2014.



giovedì 17 luglio 2014

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: Maria e lo scapolare

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: Maria e lo scapolare: Maria e lo scapolare               Il culto mariano, inscindibile da quello cristiano, si articola praticamente, sia in modo...





Maria e
lo scapolare


 


            Il
culto mariano, inscindibile da quello cristiano, si articola praticamente, sia
in modo ufficiale mediante le celebrazioni lungo l'anno liturgico, sia in modo
privato, con svariate forme di pietà popolare. Tra queste figurano i così detti
"scapolari mariani"; spontanee espressioni d'amore e di fiducia, che
a modo loro recano un valido contributo al culto d'iperdulia, riservato alla
beata Vergine a motivo della sua singolare dignità quale "Madre di
Dio".


            Il
più antico, venerato e diffuso è lo Scapolare della Madonna del Carmelo o
Scapolare carmelitano. Adottato dai primi eremiti, stanziati sul Monte Carmelo
verso la fine del secolo XII, lo Scapolare figurò, prima, come una delle cinque
parti ( tonaca, scapolare, mantello, cinghia di cuoio, bastone), poi come segno
dell'abito carmelitano come tale. Esso, detto anche superumerale, consisteva in
una lunga striscia rettangolare con un'apertura al centro per introdurvi la
testa; una parte cadeva a coprire il dorso, l'altra il petto fino ai reni.
Nella seconda metà del secolo XIII vi si attribuì un triplice significato
simbolico.


            Innanzitutto
un simbolismo religioso, per il fatto
che presentava la foggia di vestire propria di una persona consacrata al
servizio di Dio. Esso ricordava gli obblighi della consacrazione ed era segno
della fedeltà ad essa. Sbarazzarsi dello scapolare equivaleva giuridicamente al
rifiuto della disciplina monastica e alla diserzione dall'Ordine.


            Abbiamo,
poi, un simbolismo cristologico con
cui si vede nello scapolare un segno chiaro del "giogo di Cristo"
portato giorno e notte, e, dunque, una eloquente espressione della obbedienza
religiosa.


            Il
terzo simbolismo è mariano e fa
riferimento concreto alla Madonna. All'interno di questo simbolismo lo
scapolare fu chiamato "abito di Maria" e "sacramento" del
suo amore per noi.


           


            Nel
parlare di abito di Maria non si
intende, evidentemente, l'abito materiale, si vuole piuttosto indicare il suo
modo di essere interiore e il complesso delle virtù esimie di cui è
"rivestita", in modo particolare la sua umiltà e semplicità, di cui
l'Abitino sarebbe una "abbreviata" e simbolica espressione. Ma con
"abito di Maria" si vuole anche affermare che esso viene da Lei, ed è
stato da Lei donato come segno e pegno
della sua materna protezione
.


            Ideato
e confezionato generalmente dalle premure di una madre, l'abito implica sempre
una forte carica di affettuosità. Basterebbe fermarsi un tantino a osservare
una donna, futura madre, nell'atto di confezionare il vestitino al prossimo
frutto del suo grembo. Non è difficile scorgervi un'invenzione del suo genio,
una confezione intrisa di amore. Gli scrittori dell'Ordine non omisero di
mettere in luce un aspetto così suggestivo dello Scapolare e lo presentano
esplicitamente come "pegno d'amore", "espressione di materna
predilezione", segno inequivocabile di una "affettuosa adozione"
da parte della beata Vergine.


            Ma
proprio perché delicata espressione di un amore materno, esso esige in chi lo
indossa la risposta di un amore decisamente "filiale", fatto non solo
di confidenza e di devoto attaccamento, ma anche di piena dedizione e di totale
servizio.


            A
livello di vita, dunque, lo Scapolare - come abito di Maria - deve costituire,
come ricorda Giovanni Paolo II, "un indirizzo permanente della propria
condotta cristiana". Un monito incessante di "rivestirsi" di
Maria in modo analogo al "rivestirsi" di Cristo, raccomandato da S.
Paolo.


            In
effetti chi porta l'Abitino fa professione di appartenere alla Madonna. Si
tratta di un'appartenenza che comporta, evidentemente, la dedizione totale di
sé, cioè la "consacrazione a Lei .Donazione irrevocabile di sé, la
consacrazione potrebbe ritenersi storicamente simile all'affidamento
("commendatio") che, secondo il sistema feudale, un figlio della
gleba ("vassallus") emetteva nelle mani di un prescelto signore
("dominus") nell'intento di dedicarsi a rendergli omaggio
("obsequium") e di assicurarsene la protezione. E' evidente che, nel
nostro caso, le finalità e gli scopi sono di ordine spirituale.


 


            Tale
devozione, oltre che indossare giorno e notte lo Scapolare, non impone pratiche
speciali; essa, perciò, è compatibile e adattabile a tutte le età e condizioni
di vita. Come detto, essa punta di preferenza sulla maternità spirituale di Maria, nutrendosi di tutte le sue
sfumature, secondo quanto Giovanni Paolo II mette bene in luce nell'enciclica Redemptoris Mater: materna presenza;
materna funzione; materna mediazione; materno affetto; materno soccorso. Tutti
aspetti, questi, che, a loro volta, suscitano nel cuore del credente sentimenti
di tenerezza, confidenza e sereno abbandono. Desiderio di intimità, di
condivisione della vita e di imitazione. Imitazione che, ovviamente, non
significa riprodurre il tipo di vita di Maria, né, tanto meno adeguarsi
all'ambiente sociale e culturale in cui si trovò, così diverso dal nostro.
Significa, invece, parteciparne e riviverne, in quanto possibile, "lo
spirito", cioè le disposizioni della mente e del cuore, con le quali
accolse ed espletò la volontà del Signore.


            A livello pratico, come segno di
dedizione e di appartenenza, l'Abitino costituisce un ricordo e un monito per
evitare qualsiasi cosa non gradita a Maria: pensieri, fatti, risoluzioni
contrarie al suo onore. In pari tempo dovrebbe positivamente condurre a Maria
per dipendere da Lei e impegnarsi a essere suddito fedele.


 


            La
dedizione-appartenenza alla Vergine, si esprime anche visibilmente attraverso
l'aggregazione all'Ordine del Carmelo riconosciuto universalmente come
"Famiglia di Maria". Chi porta l'Abitino, infatti, "viene
aggregato come membro della Famiglia del Carmelo con l'impegno di viverne la
spiritualità e di coltivare una sincera devozione alla beata Vergine secondo le
caratteristiche del proprio stato di vita" (Giovanni Paolo II). La
devozione alla Madonna del Carmine fa parte e sviluppa il carisma carmelitano che consiste in una tensione verticale, che, a
partire dal distacco radicale ("nada") delle creature, si protende
direttamente al Tutto ("todo"), il Creatore. Ne rispecchia ed
alimenta le esigenze vitali che sono: l’ansia di Dio e l’appassionata ricerca
della sua intimità nell'orazione. Ciò spiega perché il carmelitano, e chi
indossando l'Abitino ne condivide la spiritualità, punta di preferenza su Maria
quale Vergine purissima, preservata
da ogni macchia di peccato, sicché fin dall'inizio mai ebbe impressa nell'anima
immagine di creatura alcuna; su Maria Vergine
umilissima
, estranea ad ogni ripiegamento egoistico; su Maria Vergine fedelissima, custode nel cuore
della divina parola, sempre e totalmente aderente alle disposizioni della
Provvidenza.


           


            Il
nucleo costitutivo della pietà mariana del Carmelo comporta un profondo senso
di appartenenza a Maria, di radicale orientamento verso di Lei e di una  abituale dipendenza da Lei; il tutto espresso
con la parola “consacrazione”, intesa come totale, fiduciosa, amorevole
dedizione di sé a Lei - .


            Tale
devozione non comporta, di per sé, pratiche particolari. Da questo punto di
vista la devozione allo scapolare "è la più spoglia, la più sobria tra le
devozioni mariane. Essa postula unicamente l'accettazione filiale di un segno
da portare continuamente (l'abitino, appunto) e una sincera decisione di vivere
cristianamente sotto la materna protezione di Maria. Più che su pratiche particolari
la devozione alla Madonna del Carmine si fonda sul riferimento della propria
vita a Maria, in un orientamento abituale pieno di affetto, di fiducia, di
riconoscenza e di gioiosa adesione alla volontà del Signore.


            In
quanto dono materno, lo scapolare è un segno sicuro della efficace protezione
materna di Maria, sia in vita che in punto di morte e dopo morte. Giovanni
Paolo II parla di "protezione continua della Vergine santissima non solo
lungo il cammino della vita, ma anche al momento del transito verso la pienezza
della gloria eterna".


           


            Portando
di continuo l'Abitino, con lo sguardo rivolto a Maria, dispensatrice delle
divine grazie, rinvigorisce sempre più la certezza di conseguire, per suo
mezzo, quanto è necessario per compiere serenamente il nostro pellegrinaggio
terreno e raggiungere la pienezza della vita. Di qui una spinta continua a
rivolgersi a Lei con la semplicità del bambino e la serena certezza di chi si
sente protetto dal suo perenne ed invincibile amore.


 

Maria e lo scapolare




Maria e lo scapolare

 

            Il culto mariano, inscindibile da quello cristiano, si articola praticamente, sia in modo ufficiale mediante le celebrazioni lungo l'anno liturgico, sia in modo privato, con svariate forme di pietà popolare. Tra queste figurano i così detti "scapolari mariani"; spontanee espressioni d'amore e di fiducia, che a modo loro recano un valido contributo al culto d'iperdulia, riservato alla beata Vergine a motivo della sua singolare dignità quale "Madre di Dio".

            Il più antico, venerato e diffuso è lo Scapolare della Madonna del Carmelo o Scapolare carmelitano. Adottato dai primi eremiti, stanziati sul Monte Carmelo verso la fine del secolo XII, lo Scapolare figurò, prima, come una delle cinque parti ( tonaca, scapolare, mantello, cinghia di cuoio, bastone), poi come segno dell'abito carmelitano come tale. Esso, detto anche superumerale, consisteva in una lunga striscia rettangolare con un'apertura al centro per introdurvi la testa; una parte cadeva a coprire il dorso, l'altra il petto fino ai reni. Nella seconda metà del secolo XIII vi si attribuì un triplice significato simbolico.

            Innanzitutto un simbolismo religioso, per il fatto che presentava la foggia di vestire propria di una persona consacrata al servizio di Dio. Esso ricordava gli obblighi della consacrazione ed era segno della fedeltà ad essa. Sbarazzarsi dello scapolare equivaleva giuridicamente al rifiuto della disciplina monastica e alla diserzione dall'Ordine.

            Abbiamo, poi, un simbolismo cristologico con cui si vede nello scapolare un segno chiaro del "giogo di Cristo" portato giorno e notte, e, dunque, una eloquente espressione della obbedienza religiosa.

            Il terzo simbolismo è mariano e fa riferimento concreto alla Madonna. All'interno di questo simbolismo lo scapolare fu chiamato "abito di Maria" e "sacramento" del suo amore per noi.

           

            Nel parlare di abito di Maria non si intende, evidentemente, l'abito materiale, si vuole piuttosto indicare il suo modo di essere interiore e il complesso delle virtù esimie di cui è "rivestita", in modo particolare la sua umiltà e semplicità, di cui l'Abitino sarebbe una "abbreviata" e simbolica espressione. Ma con "abito di Maria" si vuole anche affermare che esso viene da Lei, ed è stato da Lei donato come segno e pegno della sua materna protezione.

            Ideato e confezionato generalmente dalle premure di una madre, l'abito implica sempre una forte carica di affettuosità. Basterebbe fermarsi un tantino a osservare una donna, futura madre, nell'atto di confezionare il vestitino al prossimo frutto del suo grembo. Non è difficile scorgervi un'invenzione del suo genio, una confezione intrisa di amore. Gli scrittori dell'Ordine non omisero di mettere in luce un aspetto così suggestivo dello Scapolare e lo presentano esplicitamente come "pegno d'amore", "espressione di materna predilezione", segno inequivocabile di una "affettuosa adozione" da parte della beata Vergine.

            Ma proprio perché delicata espressione di un amore materno, esso esige in chi lo indossa la risposta di un amore decisamente "filiale", fatto non solo di confidenza e di devoto attaccamento, ma anche di piena dedizione e di totale servizio.

            A livello di vita, dunque, lo Scapolare - come abito di Maria - deve costituire, come ricorda Giovanni Paolo II, "un indirizzo permanente della propria condotta cristiana". Un monito incessante di "rivestirsi" di Maria in modo analogo al "rivestirsi" di Cristo, raccomandato da S. Paolo.

            In effetti chi porta l'Abitino fa professione di appartenere alla Madonna. Si tratta di un'appartenenza che comporta, evidentemente, la dedizione totale di sé, cioè la "consacrazione a Lei .Donazione irrevocabile di sé, la consacrazione potrebbe ritenersi storicamente simile all'affidamento ("commendatio") che, secondo il sistema feudale, un figlio della gleba ("vassallus") emetteva nelle mani di un prescelto signore ("dominus") nell'intento di dedicarsi a rendergli omaggio ("obsequium") e di assicurarsene la protezione. E' evidente che, nel nostro caso, le finalità e gli scopi sono di ordine spirituale.

 

            Tale devozione, oltre che indossare giorno e notte lo Scapolare, non impone pratiche speciali; essa, perciò, è compatibile e adattabile a tutte le età e condizioni di vita. Come detto, essa punta di preferenza sulla maternità spirituale di Maria, nutrendosi di tutte le sue sfumature, secondo quanto Giovanni Paolo II mette bene in luce nell'enciclica Redemptoris Mater: materna presenza; materna funzione; materna mediazione; materno affetto; materno soccorso. Tutti aspetti, questi, che, a loro volta, suscitano nel cuore del credente sentimenti di tenerezza, confidenza e sereno abbandono. Desiderio di intimità, di condivisione della vita e di imitazione. Imitazione che, ovviamente, non significa riprodurre il tipo di vita di Maria, né, tanto meno adeguarsi all'ambiente sociale e culturale in cui si trovò, così diverso dal nostro. Significa, invece, parteciparne e riviverne, in quanto possibile, "lo spirito", cioè le disposizioni della mente e del cuore, con le quali accolse ed espletò la volontà del Signore.

            A livello pratico, come segno di dedizione e di appartenenza, l'Abitino costituisce un ricordo e un monito per evitare qualsiasi cosa non gradita a Maria: pensieri, fatti, risoluzioni contrarie al suo onore. In pari tempo dovrebbe positivamente condurre a Maria per dipendere da Lei e impegnarsi a essere suddito fedele.

 

            La dedizione-appartenenza alla Vergine, si esprime anche visibilmente attraverso l'aggregazione all'Ordine del Carmelo riconosciuto universalmente come "Famiglia di Maria". Chi porta l'Abitino, infatti, "viene aggregato come membro della Famiglia del Carmelo con l'impegno di viverne la spiritualità e di coltivare una sincera devozione alla beata Vergine secondo le caratteristiche del proprio stato di vita" (Giovanni Paolo II). La devozione alla Madonna del Carmine fa parte e sviluppa il carisma carmelitano che consiste in una tensione verticale, che, a partire dal distacco radicale ("nada") delle creature, si protende direttamente al Tutto ("todo"), il Creatore. Ne rispecchia ed alimenta le esigenze vitali che sono: l’ansia di Dio e l’appassionata ricerca della sua intimità nell'orazione. Ciò spiega perché il carmelitano, e chi indossando l'Abitino ne condivide la spiritualità, punta di preferenza su Maria quale Vergine purissima, preservata da ogni macchia di peccato, sicché fin dall'inizio mai ebbe impressa nell'anima immagine di creatura alcuna; su Maria Vergine umilissima, estranea ad ogni ripiegamento egoistico; su Maria Vergine fedelissima, custode nel cuore della divina parola, sempre e totalmente aderente alle disposizioni della Provvidenza.

           

            Il nucleo costitutivo della pietà mariana del Carmelo comporta un profondo senso di appartenenza a Maria, di radicale orientamento verso di Lei e di una  abituale dipendenza da Lei; il tutto espresso con la parola “consacrazione”, intesa come totale, fiduciosa, amorevole dedizione di sé a Lei - .

            Tale devozione non comporta, di per sé, pratiche particolari. Da questo punto di vista la devozione allo scapolare "è la più spoglia, la più sobria tra le devozioni mariane. Essa postula unicamente l'accettazione filiale di un segno da portare continuamente (l'abitino, appunto) e una sincera decisione di vivere cristianamente sotto la materna protezione di Maria. Più che su pratiche particolari la devozione alla Madonna del Carmine si fonda sul riferimento della propria vita a Maria, in un orientamento abituale pieno di affetto, di fiducia, di riconoscenza e di gioiosa adesione alla volontà del Signore.

            In quanto dono materno, lo scapolare è un segno sicuro della efficace protezione materna di Maria, sia in vita che in punto di morte e dopo morte. Giovanni Paolo II parla di "protezione continua della Vergine santissima non solo lungo il cammino della vita, ma anche al momento del transito verso la pienezza della gloria eterna".

           

            Portando di continuo l'Abitino, con lo sguardo rivolto a Maria, dispensatrice delle divine grazie, rinvigorisce sempre più la certezza di conseguire, per suo mezzo, quanto è necessario per compiere serenamente il nostro pellegrinaggio terreno e raggiungere la pienezza della vita. Di qui una spinta continua a rivolgersi a Lei con la semplicità del bambino e la serena certezza di chi si sente protetto dal suo perenne ed invincibile amore.

 

venerdì 11 luglio 2014

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: EL CONOCIMIENTO DE SÍ. EN LA MEDITACIÓN TERESIANA....

Counseling espiritual Coaching Cognitivo: EL CONOCIMIENTO DE SÍ. EN LA MEDITACIÓN TERESIANA....: EL CONOCIMIENTO DE SÍ. EN LA MEDITACIÓN TERESIANA. Francisco Javier Sancho Fermín

"El bien que tiene quien se ejercita en la oración hay muchos santos y buenos que lo han escrito, digo oración mental. ¡Gloria sea a Dios por ello! De lo que yo tengo experiencia puedo decir, y es que, por males que haga, quien la ha comenzado, no la deje. Y quien no la ha comenzado, por amor al Señor le ruego yo, no carezca de tanto bien. No hay aquí qué temer, sino qué desear. Y si perseveran, espero yo en la misericordia de Dios, que nadie le tomó por amigo que no se lo pagase; que no es otra cosa oración mental, a mi parecer, sino tratar de amistad, estando muchas veces tratando a solas con quien sabemos nos ama. No entiendo esto que temen los que temen comenzar oración mental, ni sé de qué han miedo."




Santa Teresa de Ávila