mercoledì 6 agosto 2025

GESÙ: IL MODELLO PSICOCHIROLOGICO PERFETTO

 

GESÙ: IL MODELLO PSICOCHIROLOGICO PERFETTO 

Il Modello della Mano Perfetta

“Se vuoi sapere chi sei davvero, guarda nella tua mano. Se vuoi sapere chi puoi diventare, guarda nella mia.” – Gesù

Nel mio cammino di Psicochirologia spirituale, non posso che volgere lo sguardo alla mano invisibile del Cristo, la cui impronta interiore si estende su ogni cuore umano. Gesù non ci ha lasciato una fotografia né un’impronta digitale, ma ha impresso nella coscienza dell’umanità un’immagine vivente e psichica della perfezione umana e divina: una “mano interiore” perfettamente equilibrata tra cuore, testa e destino.

 Equilibrio e Libertà

Gesù visse senza fissa dimora, ma non fu mai uno sradicato. Partecipava alle nozze, si sedeva a tavola con peccatori e pubblicani, eppure sapeva che il suo vero nutrimento era “fare la volontà del Padre”. In termini psicochirologici, la sua Linea della Vita era forte, centrata, guidata da una missione interiore superiore alla sopravvivenza. In Lui, la volontà e la compassione non erano separate, ma saldate nel centro della palma: il punto dell’unione tra spirito e corpo.

Accoglienza e Empatia

Ogni gesto della sua mano era terapeutico: toccava i lebbrosi, benediva i bambini, scriveva sulla sabbia per salvare un’adultera. La sua Linea del Cuore era profonda, chiara, ampia, capace di abbracciare ogni contraddizione umana senza cedere al giudizio. Amava con tutte le viscere – “splanchnizomai”, dicono i Vangeli – e il suo tocco guariva più per amore che per potere.

 Intelligenza Emotiva e Visionaria

Gesù non si lasciava travolgere dalle emozioni, ma le viveva nella loro pienezza. Piangeva davanti alla tomba di Lazzaro, si indignava nel tempio, tremava nell’orto del Getsemani. La sua Linea della Testa era flessibile, potente, intuitiva: capace di trasformare la tristezza in insegnamento e l’angoscia in offerta. Conosceva i cuori, percepiva le intenzioni, e parlava per immagini archetipiche come un grande terapeuta dell’anima.

Autenticità e Coerenza

Gesù non recitava. Non aveva bisogno di nascondere sé stesso né di compiacere. Viveva nell’unità tra ciò che era, ciò che sentiva e ciò che faceva. Il suo pollice, segno della volontà e della forza morale, era simbolicamente perfetto: non rigido né molle, ma capace di dire “sì” e “no” con la stessa chiarezza. Non temeva il giudizio degli altri, ma si lasciava guidare dal discernimento profondo.

 Forza Spirituale e Fermezza

Gesù era mite, ma non debole. Quando rovesciava i tavoli nel tempio o sfidava i farisei, emergeva una Linea del Destino netta, verticale, senza deviazioni: segno di una vocazione incrollabile. Anche nella sofferenza, non abbandonò il suo cammino. La sua spina dorsale interiore – lo Zed egizio, il Capitato della mano, la Notocorda della fede – era retta dalla volontà del Padre e da una libertà piena.

 Compassione Integrale

La personalità di Gesù è un archetipo vivente. In chiave junghiana, incarna l’archetipo del Sé, centro e totalità dell’essere. È la mano che unisce conscio e inconscio, corpo e anima, tempo e eternità. Le sue emozioni – compassione, ira giusta, tristezza, gioia – sono tutte segnate da una presenza consapevole. Nulla in Lui è automatico o reattivo. Ogni gesto, anche il più piccolo, nasce da una profondità interiore radicata nell’eterno.

 In conclusione

Gesù non ha solo lasciato delle parole, ma ha tracciato delle linee nel cuore dell’uomo. Leggere la Sua mano invisibile significa rileggere la nostra alla luce di un modello che non giudica ma trasfigura. In ogni palmo che osservo sul Ponte Sisto, cerco tracce della Sua luce: la profondità dell’empatia, la fermezza della vocazione, la libertà dell’amore.

 La sua è la mano che salva.

Non per magia, ma per verità.

Non per dominio, ma per dono.

Non per giudicare, ma per portare ogni anima alla sua fioritura più alta.

 

3 commenti:

Enrico Pallocca ha detto...

Gesù non ha solo lasciato delle parole, ma ha tracciato delle linee nel cuore dell’uomo. Leggere la Sua mano invisibile significa rileggere la nostra alla luce di un modello che non giudica ma trasfigura. In ogni palmo che osservo sul Ponte Sisto, cerco tracce della Sua luce: la profondità dell’empatia, la fermezza della vocazione, la libertà dell’amore.

Enrico Pallocca ha detto...

Il Modello della Mano Perfetta

“Se vuoi sapere chi sei davvero, guarda nella tua mano. Se vuoi sapere chi puoi diventare, guarda nella mia.” – Gesù

Nel mio cammino di Psicochirologia spirituale, non posso che volgere lo sguardo alla mano invisibile del Cristo, la cui impronta interiore si estende su ogni cuore umano. Gesù non ci ha lasciato una fotografia né un’impronta digitale, ma ha impresso nella coscienza dell’umanità un’immagine vivente e psichica della perfezione umana e divina: una “mano interiore” perfettamente equilibrata tra cuore, testa e destino.

Anonimo ha detto...

Ho sempre pensato - e forse è un azzardo - che il mistero dell'Incarnazione sia più grande della Resurrezione.Perché un Dio che si fa bambino... e poi ragazzo ... e poi uomo, quando muore non può che risorgere" (Edith Stein).