domenica 15 settembre 2024

Malocchio Rituale per togliere il malocchio

                 - Ricordo ancora come fosse ieri quando mia nonna mi insegnava il rituale per togliere il malocchio. Era un momento solenne, di grande rispetto per le forze invisibili che ci circondano. Mi spiegava tutto con calma, seduta accanto al tavolo di legno nella sua cucina, dove il profumo del pane appena sfornato si mescolava all'odore dell'olio d’oliva. Le sue mani, seppur segnate dal tempo, si muovevano con una grazia che solo chi ha vissuto a lungo e in armonia con la natura possiede. "Ricorda," mi diceva, "questo non è solo un rito, è una preghiera, un atto di protezione. Serve purezza di spirito e fede." Prima di tutto, prendeva un piatto di ceramica bianca, un bicchiere d’acqua che avevamo preso dalla fontana del paese, e qualche goccia di olio d’oliva, sempre del nostro uliveto. In silenzio, preparava tutto con cura, accendendo una candela e abbassando le luci. La fiamma tremolante della candela era l’unica luce nella stanza, e la sua presenza rendeva l’atmosfera quasi sacra. "Riempi il piatto con l’acqua fino a metà," mi spiegava, mentre lo faceva con mani sicure, "l’acqua è pura e accoglie il male per dissolverlo." Poi, chiudeva gli occhi e, con voce bassa e rassicurante, iniziava la preghiera: _"Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, chiedo protezione e liberazione da ogni maleficio, malevolenza e negatività che grava su questa persona. Amen." Quindi prendeva l’olio, intingeva il dito indice e lasciava cadere tre gocce precise al centro dell’acqua, sussurrando: "Padre nostro, liberaci da ogni male, proteggici e tienici al sicuro." La parte più affascinante era osservare l'olio. Mia nonna guardava attentamente, cercando di capire cosa stesse accadendo sotto la superficie dell'acqua. Se l’olio si allargava o si rompeva in tante piccole gocce, mi diceva con serietà che c’era davvero malocchio. Altrimenti, se l’olio restava compatto era segno che tutto andava bene. Mentre l'olio si muoveva, lei ripeteva dolcemente la preghiera: "Santa Maria, Madre di Dio, intercedi per noi e proteggici da ogni male. Possa ogni energia negativa e malevola essere dissolta, possa il malocchio che affligge questa persona essere spezzato e restituito al nulla." Quando il rito finiva, mia nonna prendeva il piatto con l’acqua e l’olio, usciva fuori e gettava tutto lontano dalla casa, in un angolo del giardino, recitando con fermezza: "Che ogni male sia sciolto e torni alla terra, che la pace e la protezione ci accompagnino." Tornava dentro, lavava il piatto e lo riponeva in un armadio come se fosse qualcosa di prezioso. "Ricorda," mi diceva sempre alla fine, "questo è un atto di cura, non un gioco. E se senti che il malocchio è ancora lì, puoi ripetere il rito tre volte. A volte, i mali più forti hanno bisogno di più tempo per dissolversi." Quelle parole mi sono rimaste nel cuore, insieme all’insegnamento che il vero potere non risiede nel rito in sé, ma nella fede e nell’intenzione con cui viene fatto.

Nessun commento: