sabato 31 maggio 2025

Profilo Psicochirologico sul Cantico dei Cantici I due innamorati tra Linee e Monti della Mano


 Profilo Psicochirologico sul Cantico dei Cantici

I due innamorati tra Linee e Monti della Mano

Questa immagine, che raffigura due amanti avvolti da fiori e animali simbolici, è la perfetta traduzione pittorica del Cantico dei Cantici, un poema che, come una mano aperta, rivela tra le sue linee e monti il mistero dell’amore umano e divino. In questa lettura psicochirologica, la mano diventa specchio del desiderio, del distacco, della tenerezza e della ricerca che il Cantico evoca.

I DUE AMANTI

Lui – È il “cucciolo di cervo”, agile, protettivo, ma anche ombra fuggevole che appare e scompare.

Lei – È la “colomba”, nascosta nella roccia, fragile e luminosa, ma desiderosa di essere vista e riconosciuta.

I loro corpi, come nel Cantico, si cercano, si perdono e si ritrovano. E così fanno le linee della mano, mai lineari ma pulsanti come un sentiero vivo.

Linea del Cuore

Nei due amanti del Cantico, la Linea del Cuore è ampia, profonda, ma non sempre continua.

Nei momenti di unione è chiara, vibrante, incurvata verso l’indice (amore idealizzato), ma si frammenta durante la distanza, segnando i passaggi di crisi, il desiderio non colmato, la ferita dell’assenza.

Nella donna, la linea si biforca: una parte cerca l’amore come abbandono totale, l’altra lo trattiene come sigillo sul cuore.

Linea della Vita

Non è semplice vitalità, ma pelle che sente, luogo del contatto e del profumo.

Nel Cantico la pelle è via dell’amore, ed è proprio qui che si scrive il desiderio.

Una Linea della Vita ben marcata nei due amanti indica un’energia intensa e sensuale, una presenza reciproca che dà pienezza. Ma nei momenti di lontananza, la linea si assottiglia, mostrando il senso di smarrimento.

Linea della Testa

Qui si intrecciano l’intuizione dell’eros e la poesia della mente.

Nei due innamorati, la linea della testa non è fredda o troppo logica, ma flessibile, curvilinea, segno di una mente immersa nel sentimento e nel simbolo.

Nel momento in cui l’amato fugge, la linea si biforca anche qui: si apre il pensiero del lutto, della mancanza.

La Linea del Destino

In entrambi, è viva ma intermittente.

È la linea della vocazione amorosa, non di carriera. Quando si cercano, la linea risale diritta verso Saturno. Ma nel momento della separazione, si interrompe, segno di un’identità che si perde se non è riconosciuta dall’altro.

I Monti della Mano

  • Monte di Venere (alla base del pollice): è esuberante, ampio, simbolo della passione che nel Cantico si fa fuoco. Qui si annida il “sacchetto di mirra” che l’amata porta tra i seni: simbolo dell’intimità viva e del profumo dell’altro.
  • Monte di Giove (alla base dell’indice): elevato nella donna, indica il desiderio di riconoscimento, di essere “sigillo sul tuo cuore e sul tuo braccio”. È il monte della dignità spirituale e dell’orgoglio d’amore.
  • Monte di Saturno (alla base del medio): prominente nell’uomo, ma non eccessivo, è la fermezza interiore e il senso del tempo. Quando la donna lo cerca e non lo trova, questo monte si fa più spigoloso, segnando la separazione.
  • Monte del Sole (alla base dell’anulare): presente in entrambi, è il monte della bellezza e del piacere. Quando “pascolano tra i gigli”, i seni vengono paragonati a cerbiatti: è il sole che brilla nell’eros.
  • Monte di Mercurio (alla base del mignolo): elevato, ma non dominante. È la comunicazione sottile, lo scambio di sguardi e parole, il gioco dell’amore che si rivela ma si nasconde.

I Fiori e gli Animali

I gigli attorno a loro non sono solo decorativi, ma emanazioni del Monte di Venere, segni della fecondità e della delicatezza.

I due cuccioli (capretti o cervi) che appaiono tra il petto della donna simboleggiano i suoi seni, descritti nel Cantico come “gemelli di gazzella”: nutrimento e tenerezza, erotismo e dolcezza insieme.

Conclusione Psicochirologica

Nel Cantico dei Cantici, come nella mano, l’amore è tensione, mancanza, ricongiungimento.

Non si tratta di una fusione definitiva, ma di un desiderio eterno che pulsa tra le linee e i monti della mano, tra i gesti del corpo e le parole dello spirito.

I due amanti del quadro, avvolti da una natura mistica, sono lo specchio vivente della mano che ama, che cerca l’altro come la propria origine, e come il proprio destino.


venerdì 30 maggio 2025

ADOLF HITLER – LA MANO DEL CRIMINALE Profilo Psicochirologico di una Psicosi Collettiva


 ADOLF HITLER – LA MANO DEL CRIMINALE

Profilo Psicochirologico di una Psicosi Collettiva

Nella mia esperienza come psicochirologo, poche mani hanno suscitato in me lo stesso turbamento della mano di Adolf Hitler. È una mano che non mente, una mano che urla ciò che la coscienza umana avrebbe voluto dimenticare.

Struttura della Mano

Hitler presentava una mano conica elementare, con dita affusolate alle estremità e carnose alla base. Questa morfologia rivela un animo emotivo, egoista, passionale, privo di stabilità razionale. I monti sotto Giove e Saturno sono prominenti: il primo segnala una ambizione smisurata, dominanza tirannica, desiderio di soggiogare il mondo. Il secondo, segno di lunaticità, oscillazioni psichiche, morbosità e megalomania. La mano intera è una mappa dell’estremo: o adorazione o annientamento.

Linea della Vita

La Linea della Vita termina con una croce, segno classico di morte violenta. In Psicochirologia, una croce sulla fine della Vita indica un’esistenza che non giunge al suo compimento naturale, ma che viene spezzata, tagliata da forze esterne o da un’esplosione autodistruttiva.

Linea della Testa

La Linea della Testa finisce in un’isola: è l’immagine simbolica di una debolezza cerebrale, una funzionalità mentale disturbata, con zone d’ombra nel discernimento e nella coscienza. Ipotizzo un conflitto irrisolto fra il sé razionale e l’inconscio, che ha dato origine a deliri strutturati.

Linea del Cuore

Corta, spezzata, isolata. Una Linea del Cuore così esprime frustrazione affettiva, amarezza profonda, incapacità di amare, ma soprattutto una crudeltà sadica derivante da una continua repressione emotiva. Una persona così è incapace di sentire empatia o compassione. Il Monte di Venere è rovinato, e la Cintura di Venere, spezzata e distorta, indica tendenze distruttive verso l’amore stesso: ciò che tocca, Hitler lo trasforma in ferita.

Linea del Destino

La Linea del Destino è impressionante: parte con una croce (segno di marchiatura karmica) e termina con una stella sotto il dito medio (Saturno). Si tratta di una linea lunga, ininterrotta, nuda: destino vissuto senza deviazioni, senza autocoscienza. Come un treno in corsa che non può più fermarsi. È il simbolo di un uomo posseduto da un compito oscuro che lo sovrasta: “non era padrone del suo destino”. La stella finale è la miccia della tragedia.

 

Riflessione Psicochirologica e Clinica

La chirologia conferma ciò che la clinica ha documentato:

  • Paranoia megalomane, delirio messianico, sadismo.
  • Complesso di Edipo irrisolto, con un passaggio dalla madre idealizzata al padre odiato e infine introiettato.
  • Il monorchidismo e l’impotenza probabile generano pulsioni di inferiorità, vendetta, negazione del femminile.
  • La personalità si sdoppia in una maschera sadica (il Führer) e una parte masochistica, insicura e ritualistica, che emerge nel culto maniacale della disciplina e della purezza.

Una Mano Senza Compassione

La mano di Hitler è, simbolicamente, senza amore. Priva di radicamento nella Vita, disturbata nella Mente, incapace di Cuore, e incatenata da un Destino oscuro. I suoi tratti psicochirologici anticipano la catastrofe che avrebbe incarnato: una psicosi individuale divenuta psicosi collettiva.

Conclusione

Come psicochirologo, osservo che la mano di Adolf Hitler racconta la storia di un uomo predestinato al disastro. Le linee e i monti del suo palmo non mostrano l’evoluzione di un essere umano, ma il consolidarsi di un archetipo distruttivo, un Thanatos impersonificato, alimentato da traumi irrisolti, da carenze affettive e da un delirio di elezione che si sarebbe scritto nel sangue della storia.

“Chi legge la mano legge il destino. Ma ci sono mani che non vogliono essere lette, perché già condannate.”

 


giovedì 29 maggio 2025

Chiromanzia Cinese in Chiave Psicochirologica


 Chiromanzia Cinese in Chiave Psicochirologica

Adattato e riscritto da
Dott. Enrico Pallocca
Psicochirologo

Prefazione

Questo libretto nasce dall’incontro tra l’antica sapienza orientale e il mio metodo personale di lettura della mano: la Psicochirologia. Ho voluto rileggere ogni pagina, ogni segno, ogni simbolo della tradizione cinese, per offrire uno sguardo contemporaneo, psicologico e spirituale sulla mano come specchio dell’anima. Il risultato è un viaggio tra energia, corpo, emozione e destino, per chi desidera conoscersi in profondità e risvegliare le forze interiori.

Indice

1.     Capitolo 1 — L’Esame dell’Uomo e i Segni Celesti

2.     Capitolo 2 — I Cinque Elementi nella Mano

3.     Capitolo 3 — Il Polso e il Fondamento dell’Essere

4.     Capitolo 4 — La Mano come Specchio della Struttura Interiore

5.     Capitolo 5 — Le Dita e la Mappa dei Ruoli Interiori

6.     Capitolo 6 — I Palazzi Interiori e la Costellazione dei Segni

7.     Capitolo 7 — Le Tre Grandi Linee e la Mappa dell’Anima

8.     Capitolo 8 — Le Linee Trasversali e i Segni del Tempo Interiore

9.     Capitolo 9 — I Colori del Palmo e la Vibrazione Energetica

10.  Capitolo 10 — Unghie, Nervi e Verità Sottili

11.  Capitolo 11 — Linee Complesse e Interazioni Interne

12.  Capitolo 12 — I Monti e la Geografia delle Forze Interne

13.  Capitolo 13 — La Stella del Cielo e i Segni del Compimento

14.  Capitolo 14 — La Diagnosi Psicosimbolica Integrata

15.  Conclusione Personale


Capitolo 1 — L’Esame dell’Uomo e i Segni Celesti                                              — in chiave psicochirologica

 Nella mia pratica di psicochirologia, considero l’esame della mano non come una semplice osservazione di segni esteriori, ma come un atto sacro, un ascolto profondo della persona, in cui corpo, emozioni e destino si intrecciano.

In Oriente — e in particolare in Cina — la chiromanzia, la fisiognomica, l’astrologia e la divinazione non sono mai state considerate superstizioni o credenze marginali, ma forme elevate di conoscenza, basate sull’osservazione meticolosa e la sperimentazione millenaria. In Occidente, invece, tali arti vengono spesso relegate nel limbo delle “scienze occulte”, tra paura e fascino.

La tradizione orientale distingue due grandi sentieri d’indagine:

  • Xiang ren (l’esame dell’uomo): l’osservazione analitica dei tratti del volto e della mano, per cogliere le relazioni tra il corpo e i moti dell’anima, tra i dettagli fisici e i sentimenti più profondi o le abitudini psichiche. È qui che si inserisce la mia lettura della mano come chiave simbolica per accedere ai motivi interiori che guidano la persona.
  • Tian wen (i segni celesti): lo studio delle corrispondenze astrali e delle risonanze cosmiche, ovvero di quelle forze universali che plasmano destini e inclinazioni.

·       Metodo Psicochirologico: una sintesi orientale-occidentale

·        

·       Il mio metodo integra l’antica sapienza cinese con una sensibilità psicologica moderna. Sull’esame della mano, ad esempio, si fonda uno dei punti cardine dell’osservazione orientale:

·       “Sull’esame della mano stabiliscono lo studio del carattere e delle tendenze profonde, in virtù delle quali cercano di correggere se stessi e di difendersi dagli altri.”

·       Questa frase risuona profondamente nel mio approccio: la mano diventa una mappa psicoenergetica del vissuto, un diario di emozioni, pensieri, lotte e trasformazioni.

 

Capitolo 2 — I Cinque Elementi nella Mano

 Nel pensiero cinese, ogni essere vivente è composto da una combinazione dei Cinque Elementi: Legno, Fuoco, Terra, Metallo e Acqua. Questi non sono solo principi materiali, ma energie viventi che si esprimono attraverso forma, dinamica, temperatura, emozione e destino.

Come psicochirologo, riconosco nella morfologia della mano la presenza di questi elementi, che non agiscono isolatamente, ma si combinano in modo unico in ogni individuo, creando equilibri o disarmonie che si riflettono nella vita interiore e nei rapporti con il mondo.

Ecco la corrispondenza che utilizzo nella mia lettura:

  • LEGNO (Mu) – dita lunghe e flessibili, mano elastica, Linea della Testa ramificata. Indica una persona idealista, che cresce attraverso le sfide. Le sue emozioni si radicano nel fegato energetico, e tende a portare i desideri nel futuro.
  • FUOCO (Huo) – mano triangolare, dita coniche, Linea del Cuore dominante. Passione, entusiasmo e inquietudine emotiva. Il cuore è la sede dell’anima cosciente, e le mani di Fuoco mostrano una persona che ama intensamente e soffre con lo stesso ardore.
  • TERRA (Tu) – palmo quadrato, dita forti e corte, Linea della Vita marcata. Indole pratica, centrata, resiliente. Ama la stabilità e vive nel presente. Le mani di Terra parlano di chi costruisce, protegge, conserva.
  • METALLO (Jin) – dita dritte, unghie chiare, Linee nitide. Spirito di giustizia, etica, forza interiore. Sensibile alle regole, cerca armonia tra cielo e terra. Il Metallo governa il respiro e la pelle, e si manifesta con mani lucide e asciutte.
  • ACQUA (Shui) – mani molli, Linea del Cuore ondulata, Linea della Testa lunga e curva. Anima intuitiva, artistica, spirituale. Vive nel profondo e comunica con il non detto. L’Acqua è memoria e sogno, ma può diventare timidezza, fuga, malinconia.

Nella mia pratica, non giudico quale elemento prevalga. Tutti sono necessari alla danza della vita. Osservo con attenzione se c’è armonia o squilibrio tra questi aspetti nella forma e nella qualità della mano. La diagnosi non è mai rigida: è una porta che si apre sulla verità del momento.

 

Capitolo 3 — Il Polso e il Fondamento dell’Essere

 Nella tradizione cinese, il polso non è un dettaglio secondario, ma rappresenta le radici stesse della personalità e della vitalità. Le linee che lo attraversano — chiamate anche braccialetti — non sono semplici pieghe anatomiche, ma segni del ciclo di vita, degli ostacoli karmici, delle potenzialità inespresse.

Come psicochirologo, considero il polso la soglia tra ciò che è stato e ciò che può ancora sbocciare, tra l’inconscio e il destino visibile. La sua forma, la profondità delle linee, il loro numero e la loro interruzione, mi parlano di scelte non fatte, di rinascite, di forze ereditarie e di fragilità accumulate.

Un polso spesso e compatto può indicare radicamento e memoria familiare forte, mentre un polso sottile e privo di rilievi segnala una personalità più mentale e distaccata, forse legata a mondi interiori o vite anteriori.

Capitolo 4 — La Mano come Specchio della Struttura Interiore

 La Mano come Specchio della Struttura Interiore

Il volume, la proporzione e la posa della mano rivelano la disposizione naturale dell’anima alla vita, al dono, al desiderio di lasciare un’impronta. L’aspetto complessivo della mano, nella mia lettura, mi permette di formulare un’intuizione iniziale: quanto la persona è in armonia con sé stessa e quanto è ancora in lotta con ciò che è emerso nei primi anni della vita.

  • Mani grandi e leggere: tendono a sognare, creare, vivere nel futuro. Sono spesso mani idealiste, ma poco radicate.
  • Mani piccole e spesse: appartengono a chi ha imparato a difendersi. Tendono alla concentrazione delle risorse e delle emozioni.

Il mio sguardo si sofferma anche sul rapporto tra carne e ossatura: una mano molle segnala difficoltà a trattenere, a decidere, a incarnare. Una mano nervosa, invece, rivela volontà combattiva e spirito reattivo, spesso temprato dal dolore.

Capitolo 5 — Le Dita e la Mappa dei Ruoli Interiori

 Ogni dito ha una funzione simbolica precisa, che nella mia pratica corrisponde anche a un archetipo psichico:

  • Pollice: la Volontà. È l’ago della bilancia del carattere. Se troppo corto o rigido, può indicare rinunce antiche o senso di impotenza.
  • Indice: l’Io in azione. Rappresenta la forza morale e la direzione personale. Se tende all’anulare, l’indipendenza è sacrificata per il desiderio di piacere.
  • Medio: l’Ordine e la Responsabilità. È la colonna vertebrale del destino. Se dominante, parla di un’anima che cerca giustizia.
  • Anulare: la Bellezza e la Relazione. Quando sovrasta l’indice, prevale il bisogno di essere amato sull’integrità dell’io.
  • Mignolo: la Comunicazione. Se divaricato, è simbolo di distacco dal gruppo e bisogno di autonomia verbale e affettiva.

Capitolo 6 — I Palazzi Interiori e la Costellazione dei Segni

 Nel cuore della mano si celano i palazzi dell’anima, antichi templi in miniatura dove il pensiero cinese ha collocato gli Ospiti Celesti, i Tesori del Tempo, i Segni del Destino. Nella mia lettura psicochirologica, questi spazi simbolici corrispondono a stati interiori, memorie karmiche, aree di forza o fragilità spirituale.

📍 Il Palazzo della Gioia (Marte): segnala l’energia guerriera, la volontà di vita, ma anche il conflitto non risolto.

📍 Il Palazzo della Separazione (Apollo): è la zona delle perdite, delle ferite affettive, ma anche della trasformazione alchemica.

📍 Il Palazzo del Cielo (Luna): racchiude l’intuizione, la memoria animica, la chiamata alla visione spirituale.

📍 La Colonna di Giada (Linea del Destino): asse portante della vita, colonna vertebrale dell’Io. È lì che si manifesta la chiamata più alta, il compito animico.

I segni simbolici, come spirali, triangoli, tartarughe, occhi d’eternità o scale di giada, non sono solo curiosità grafiche: sono messaggeri dell’invisibile. Quando emergono sulla pelle, nelle pieghe o nelle intersezioni delle linee, io li interpreto come avvertimenti, promesse o richiami. Una spirale può parlare di cicli non chiusi, un triangolo di lotta tra corpo-mente-spirito, una scala di giada di un progresso interiore in atto.

 

Capitolo 7 — Le Tre Grandi Linee e la Mappa dell’Anima

 Ogni mano porta in sé tre grandi fiumi:

  1. La Linea della Vita: la radice terrestre, la vitalità incarnata, il legame col corpo e con la famiglia. Se è spezzata, osserviamo traumi somatici, tagli nel radicamento.
  2. La Linea della Testa: la mente che disegna, sogna o giudica. La sua inclinazione mostra se l’intelligenza è più analitica o più immaginativa. Le deviazioni e le diramazioni svelano il pensiero disperso o poliedrico.
  3. La Linea del Cuore: il cammino dell’amore, dell’empatia e della fiducia. Quando corre diritta verso l’indice, la persona è padrona delle sue emozioni. Se curva verso il medio, è più impulsiva e feribile.

 Quando queste tre linee sono pure, nette, non spezzate, sono segno di fortuna, coerenza e identità psichica ben integrate.

Capitolo 8 — Le Linee Trasversali e i Segni del Tempo Interiore

 Nella mano, le linee trasversali sono spesso interpretate come interferenze, ma nella mia lettura diventano cicatrici di battaglie interiori, eco di decisioni non prese, urla silenziose del corpo psichico.

Se attraversano la Linea della Vita, indicano:

  • cambiamenti profondi,
  • crisi spirituali o malattie che hanno segnato la biografia,
  • eventi che hanno spostato l’asse della personalità.

Una linea che si incrocia con la Linea della Testa può segnalare rotture cognitive, traumi mentali, o, al contrario, intuizioni profetiche che hanno trasformato il pensiero.

La mano, in fondo, è un calendario invisibile. Le linee secondarie (specie se sottili ma nitide) sono promemoria del destino, annotazioni del subconscio sulla pelle.

Capitolo 9 — I Colori del Palmo e la Vibrazione Energetica

 Nella visione orientale, i colori della pelle non sono solo effetto del sangue o della circolazione, ma espressioni di energia organica e psichica. Anch’io, nella mia lettura, osservo attentamente il tono, la lucentezza, le zone arrossate o pallide del palmo.

  • Un rosso vivido può parlare di fuoco emotivo, passione, ma anche infiammazione o collera repressa.
  • Un colore pallido indica carenza, svuotamento, depressione del Qi vitale.
  • Una zona giallastra può segnalare affaticamento del sistema digestivo o nervoso.
  • Un colore bluastro o verdognolo sui bordi indica stanchezza cronica o paure antiche che restano non dette.

Il colore non è un dato fisso: può variare nel tempo, come l’umore e il respiro. La lettura energetica del palmo è una pratica viva, che richiede attenzione, silenzio e ascolto profondo.

Capitolo 10 — Unghie, Nervi e Verità Sottili

 Le unghie sono le finestre della forza nervosa. Nella mia pratica, le osservo come indicatori dello stato del sistema nervoso, della volontà, della sensibilità psichica. Unghie fragili, rigate, concave, possono segnalare:

  • vulnerabilità emotiva,
  • traumi infantili,
  • predisposizione all’ansia o al burnout.

Le unghie molto lucide e tese parlano invece di energia in espansione, ma anche di tensioni represse. Il loro colore, forma e trasparenza sono uno specchio diretto dell’interiorità.

Quando una persona mi porge le mani, l’unghia è la prima porta che attraverso: è lì che percepisco l’integrità della struttura e la verità che non può essere detta a parole.

 

Capitolo 11 — Linee Complesse e Interazioni Interne

 Quando la mano presenta linee multiple e sovrapposte, non siamo davanti al caos, ma a una biografia stratificata, un’anima che ha attraversato molte vite simboliche dentro una sola.

La presenza di più linee della Testa, per esempio, parla di ambivalenza mentale, scelte parallele, vissuti doppi: una mente razionale e una intuitiva che convivono. Più linee del Cuore segnalano amori diversi o polarità emotive (amore filiale, amor proprio, amore ideale…).

La Linea del Destino, se si biforca, mostra due chiamate: una vocazione primaria e un’altra che cerca spazio. Quando queste linee si intrecciano tra loro, come radici sotterranee, ci troviamo di fronte a un’anima complessa, spesso artista, terapeuta o guida, che unisce molte dimensioni.

 

Capitolo 12 — I Monti e la Geografia delle Forze Interne

 Ogni monte della mano è una collina archetipica, un luogo dove si raccolgono le forze planetarie e interiori.

  • Monte di Venere: vitalità, affettività carnale, calore materno. Se gonfio: emotività forte, sensualità. Se piatto: chiusura o frustrazione affettiva.
  • Monte della Luna: intuizione, sogno, arte. Quando è sviluppato, la persona vive più nel simbolico che nel quotidiano. Se rigido: paura dell’inconscio.
  • Monte di Marte: forza, difesa, coraggio. La sua assenza indica remissività; il suo eccesso, aggressività.
  • Monte di Giove: ambizione, autostima. Se troppo sviluppato: orgoglio e bisogno di controllo. Se vuoto: senso d’inferiorità.
  • Monte di Saturno: destino, legge, struttura. È l’osso sacro della mano: se alto, la persona sente una chiamata interiore alla responsabilità o alla spiritualità.
  • Monte di Apollo: bellezza, arte, luce. Una persona ispiratrice o attratta dal riconoscimento sociale. Quando è carente: paura del giudizio.
  • Monte di Mercurio: parola, contatto, commercio. Se sporgente: talento comunicativo o manipolazione. Se poco visibile: timidezza o introversione.

Io leggo questi monti come campi energetici attivi, e mi chiedo sempre: quali dialogano tra loro? Quali sono spenti? Quali, invece, dominano la mano?

 

Capitolo 13 — La Stella del Cielo e i Segni del Compimento

Nella tradizione cinese si parla della “Stella del Cielo”, una combinazione fortunata di segni che compare quando:

  • le linee sono armoniche,
  • i monti sono ben proporzionati,
  • il polso è saldo,
  • il colore è vivo ma non eccessivo.

Quando incontro una mano che porta questi segni, non parlo mai di “destino felice” in senso passivo, ma di persona pronta a ricevere e restituire luce. Queste mani spesso appartengono a chi ha sofferto, ha trasceso e si è messo al servizio della vita. 

Capitolo 14 — La Diagnosi Psicosimbolica Integrata

 Alla fine della lettura, non traggo conclusioni, ma offro una sintesi: una mappa interiore in cui ogni tratto ha un significato evolutivo. Osservo:

  • le linee dominanti,
  • il tono generale,
  • la postura della mano,
  • le tensioni interne.

Un palmo teso ma con linee dolci rivela una personalità in lotta tra rigidità e desiderio di pace. Una mano flessibile ma dalle linee spezzate racconta un’anima che vuole fluire, ma è trattenuta da vecchie ferite.

L’ultima cosa che faccio è sempre un atto di silenzio. Appoggio il pollice sotto il polso, sento la pulsazione invisibile, e ascolto: la mano parla ancora, anche dopo che ha smesso di mostrarsi.

Conclusione Personale

Mentre trascrivevo questo antico testo di chiromanzia cinese, mi è sembrato di ascoltare il respiro della mano universale. Ogni segno, ogni tratto raccontava una storia che ho cercato di tradurre in parole vive, riconnettendo l'Oriente e l'Occidente, la pelle e lo spirito.

La Psicochirologia non pretende di spiegare il mistero della vita, ma desidera onorarlo. E la mano, con la sua mappa di linee, rilievi, vuoti e pieni, resta per me uno dei libri più sacri da leggere.

A chi tiene questo libretto tra le mani, auguro un incontro profondo con sé stesso.                                                       Il mio percorso spirituale e formativo

Ho vissuto per molti anni all’interno della Fraternità di Santa Maria della Vittoria a Roma, appartenente all’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi. Dopo un cammino intenso di formazione, il 4 ottobre 2004 ho pronunciato la prima Promessa, seguita dai voti definitivi l’8 dicembre 2008. Per un periodo sono stato anche presidente della Fraternità. Questo percorso mi ha profondamente formato nello spirito del Carmelo, tra il silenzio, la preghiera e l’ascolto, sulle orme di Santa Teresa d’Avila e San Giovanni della Croce.

In seguito, ho scelto liberamente di dimettermi dall’Ordine per poter seguire la mia vocazione più profonda: leggere la mano, aiutare le persone con la Psicochirologia, e farlo con autenticità e libertà, anche attraverso il web e l’arte di strada. La mia pratica continua però a essere nutrita dallo spirito carmelitano che abita ogni mio gesto.

Ho conseguito la laurea in Scienze psicologiche applicate presso l’Università degli Studi dell’Aquila, proseguendo così il mio lungo cammino di studio e introspezione nella relazione tra mente, corpo e spirito. Mi sono formato anche presso la storica Pontificia Università San Tommaso d’Aquino in Urbe (Angelicum), frequentata, tra gli altri, da Papa Giovanni Paolo II e da Papa Leone XIV, dove ho ricevuto il titolo Magna cum Laude nella Facoltà di Scienze Sociali, approfondendo la filosofia dell’uomo e la visione cristiana dell’esistenza.

Ho completato due corsi specialistici presso l’Istituto Teresianum:

  • uno in Terapia del Campo Mentale (TFT) secondo il metodo di Roger Callahan,
  • e uno in Coaching Cognitivo, integrato con la pratica dell’ascolto profondo e della guida trasformativa della persona.

Sono inoltre iscritto al SINAPE FeLSA CISL, il sindacato di categoria per le discipline bio-naturali, nelle sezioni di Counselling, Parapsicologia, Pranoterapia e Discipline Olistiche Bio-Naturali, riconoscimento che conferma la mia appartenenza al panorama delle professioni olistiche regolamentate secondo la normativa italiana.

Attraverso questo percorso e la pratica psicochirologica maturata negli anni, continuo a indagare il mistero dell’uomo, unendo l’osservazione della mano con i codici dell’anima, tra intuizione, ascolto e studio.